venerdì 7 agosto 2009

La strada Maestra, Analisi, riflessioni e considerazioni

Nel testo seguente saranno illustrate le principali caratteristiche operative del progetto sull’educazione dei giovani e il contrasto alla dispersione scolastica denominato La Strada Maestra, ideato ed attuato dall’Associazione Agenzia Arcipelago onlus di Napoli con il contributo della Fondazione del Sud di Roma. Pertanto l’obiettivo di tale scritto è quello, sinteticamente, di fornire un panorama generale ed essenziale dello stato operativo del progetto La Strada Maestra rispetto ai ragazzi, alle attività svolte nei luoghi sociali e dell’apprendimento (istituti scolastici). Il tema del contrasto alla dispersione scolastica non è prerogativa della Campania. Il dibattito da tempo coinvolge istituzioni europee, siano esse pubbliche o private. Quindi alla base di ogni azione la considerazione che ogni persona che vive un forte disagio sociale e/o psicologico in ambito sociale e scolastico, rappresenta per la società (in quanto “diverso dagli altri” ) una fonte di crisi sociale, e su tale crisi sociale si sono costruiti dei sistemi organizzati di contenimento (strutture organizzative) per ridurre la crisi sociale. Le strutture organizzative generalmente sono basate su un fine e su un obiettivo: il fine, riguarda lo stato della realtà socialmente desiderata in funzione della quale viene istituita un’organizzazione, mentre l’obiettivo attiene al risultato più probabile di una tecnica scientificamente verificata. La struttura ha un fine, ma spesso può accadere che esso non riguardi la sofferenza del minorenne, bensì la crisi sociale che tale sofferenza induce. Infatti, si può notare come, tutte le strutture organizzate aventi un forte mandato sociale da parte delle amministrazioni locali, dell’ordine pubblico costituito, ecc. riguardo ad un fenomeno che viene esportato dal tessuto sociale, si pongano come fine la riduzione del danno, il contenimento della crisi sociale e la ovvia emarginazione del soggetto, in quanto non corrisponde ad una tecnicità in grado di affrontare e risolvere il problema. Il progetto si inserisce, su una linea di continuità, rispetto al lavoro con i ragazzi che l’ente non profit svolge in Campania, sin dal 1999 ed ha riguardato le prassi di contrasto al disagio. Le operazioni del progetto La Strada Maestra (Azione 1,2,3,4,5,6) si svolgono, per gran parte e per l’intera durata progettuale, in ambito scolastico e, in qualche misura, sul territorio (cfr. la manifestazione “Il giorno del gioco”; “Un Paese Incantato” visita guidata a Campodimele) anche nei luoghi del terzo settore: cooperative sociale Auxilia, Poien, Solidary H, Novella Aurora, associazioni Cat Missione, Banda Don Bosco, Aias, Aaquas). Il territorio di riferimento comprende, oltre il noto quartiere di Scampia di Napoli, diverse città della Provincia di Napoli e della Provincia di Caserta: Casoria, Arzano, Afragola, Teverola, Orta di Atella, Napoli, Giugliano in Campania. Sin d’ora il lavoro svolto, da parte degli operatori (psicologi, assistenti sociali, volontari, esperti, formatori, tutor, ecc.) dopo un periodo promozionale legato anche all’esigenza di rafforzare la rete degli enti del partenariato, si è svolto in gran parte presso le scuole aderenti al progetto. Le prassi si sono indirizzate lto principalmente verso i ragazzi a rischio di dispersione/abbandono scolastico individuati da docenti e dirigenti scolastici e negli stessi istituti scolastici degli enti del partenariato (Scuola Secondaria di I Grado G.Ungaretti, IPSA G.Marconi, etc.). Le varie azioni tuttavia hanno coinvolto genitori e docenti, cittadini e operatori. Verso coloro che in qualche modo sono interessati all’educazione dei giovani e alle prassi di prevenzione sociale: operatori, e cittadini impegnati nel campo del volontariato. Il periodo di riferimento preso in esame è il primo anno di attività (maggio 2008/giugno 2009). Sin dall’inizio il lavoro svolto sul territorio, per una maggiore conoscenza delle difficoltà e opportunità, è risultato utile per un primo censimento/valutazione sulla “domanda sociale” da parte di enti e sulla analisi dei processi di scambio del sistema scuola-territorio-rete sociale (terzo settore). Inolre alcuni criteri operativi e comunicativi (promozione, lavoro in classe, attivazione di corsi e laoratori, colloqui con docenti ed operatori, attivazione e rafforzamento di una “rete di enti”) hanno permettono l’identificazione, sin dall’inizio, delle principali condizioni di facilitazione e di ostacolo all’opeatività così come, negli stessi partecipanti/utenti, le difficoltà legate al “vivere la condizione di studente” e le difficoltà legate all’apprendimento della didattica. Non di rado si sono evidenziate specifiche forme di disagio dei giovani nell’ambito della scuola e nel contesto familiare, rispetto alle più generali difficoltà di apprendimento, di comunicazione, di socializzazione. Altresì non sono mancate difficoltà di comprensione sull’operatività da parte di docenti e dirigenti scolastici e, in sostanza, tra il comporto scuola e il nostro progetto sull’educazione dei giovani. Spesso non è stato facile far comprendere ad alcuni insegnanti/operatori sociali presenti sul territorio il nostro ruolo di promotori, affiancamento e supporto alla didattica e al lavoro sociale, di promotori di benessere. Spesso la richiesta di presa in carico, riguardo alcuni giovani studenti, non era ben motivata e celava il bisogno (non sempre mascherato) di non volersi occupare, più di tanto, della condizione di disagio dello stesso minore. Le attività e le tematiche della prima annualità attivate sono state molteplici dopo un periodo di promozione del progetto presso enti pubblici e privati. Per la seconda annualità si prevede, in contemporanea, l’attivazione delle restanti attività anche al fine di recuperare qualche lieve ritardo sulla tempistica prevista. Dr. Giuseppe Errico

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