mercoledì 16 settembre 2009

Convegno: Sapere oggi per essere domani - Casoria (Na) 15 ottobre 2009

Il 15 ottobre alle ore 9.00 presso il Distretto Scolastico Statale 29 di Casoria (Na) si svolgerà il convegno nazionale "Sapere oggi per essere domani" organizzato dall'Associazione Agenzia Arcipelago Onlus e dal Distretto Scolastico Statale 29 di Casoria, rivolto a genitori, docenti, studenti, ragazzi, operatori.
Il convegno nazionale rientra nelle attività istituzionali del Progetto sociale La Strada Maestra contro la dispersione scolastica e il disagio minorile finanziato dalla Fondazione per il Sud nell¹ambito del Bando sull'educazione dei giovani (2007). All'evento parteciperanno Sindaci, Assessori, dirigenti scolastici, genitori, psicologi, cittadini, studenti, giovani e operatori sociali.
L'incontro vuole essere un'occasione di riflessione ed analisi sulle prassi contro la dispersione scolastica nonché un momento d'incontro per restituire al territorio i risultati ottenuti durante la I annualità del progetto La Strada Maestra dell'Associazione Agenzia Arcipelago Onlus nei vari istituti scolastici coinvolti. Il progetto prevede il rafforzamento e l'implementazione di un partenariato sociale già esistente in alcuni territori a rischio. Tale partenariato, esistente prima del progetto e a partire dagli ultimi tre anni, vede la partecipazione attiva al progetto stesso di circa sedici enti tra istituti scolastici (Scuola Secondaria di I Grado G.Ungaretti di Teverola, Distretto Scolasatico 29 di Casoria/Istituto Gandhi, III circolo didattico di Casoria, Direzione didattica di Orta di Atella, Ipsa Marconi di Giugliano, Istituto Comprensivo "Pascoli 2" di Napoli, Istituto statale Sereni di Afragola) ed enti del terzo settore (cooperative e organismi del volontariato) che operano a Napoli e nelle Provincie di Napoli e Caserta (Aaquas, Associazione Aias, Cooperativa Sociale Poiein, Cooperativa Sociale Solidary H, Cooperativa Sociale Auxilia, Associazione Prime, Associazione Cat Missione, Associazione Banda Don Bosco, Cooperativa Sociale Novella Aurora). Il progetto contro la dispersione scolastica e il disagio minorile è sostenuto dalla Fondazione per il Sud (Bando 2007 Educazione dei giovani) e si attua nelle città di Afragola, Arzano, Casavatore, Casoria, Teverola, Orta di Atella, Giugliano in Campania e Napoli (quartieri di Scampia, Secondigliano). Duranti i lavori il direttore scientifico (dottor Giuseppe Errico) ci narrerà la storia di tale percorso di rete ed i primi risultati e dati ottenuti, ma anche le difficoltà e le potenzialità del progetto. Un progetto che adotta un modello di intervento integrato di "rete" che mira non tanto a forme di assistenzialismo sociale ­ bensì a "responsabilizzare" gli enti del territorio e gli operatori a lavorare in rete, a sostenere docenti, genitori e minori nei percorsi di didattica, a consolidamendo le rete sociale esistente delle istituzioni (servizi sociali, parrocchie, etc.), a inventare nuove prassi per il successo scolastico dei giovani valorizzando una strategia integrata che accolga l¹aiuto e il lavoro importante di docenti (consulenze psicosociali), che sostenga i genitori (corsi sulla genitorialità), che valorizzi e motivi il difficile lavoro degli operatori giovani (corsi sul volontariato), che offra strumenti ai giovani nel campo della comunicazione globale (corsi di informatica, orientamento e formazione, consulenze), che aiuti tutte quelle figure professionali e del volontariato locale a sostegno dell'istituzione scolastica.
La sperimentazione praticata ha previsto un costante impegno, contatto e supporto ai dirigenti scolastici/docenti, ai genitori, agli operatori sociali, ai minori svantaggiati. Si è tentato di supportare la didattica e il territorio, stimolando ad operare in rete, di creare legami, di sostenere genitori nel difficile compito educativo, di stimolare gli operatori, di creare una "comunità educante" al fine di poter gestire le dinamiche interne/esterne alla scuola. In particolare si è tentato di prevenire e affrontare i fenomeni del bullismo e della dispersione scolastica o insuccesso formativo. Si è tentato di favorire l'incontro tra la scuola, i genitori, la famiglia ed il territorio.
Nell'ambito della manifestazione sarà allestita la mostra foto-grafica "Dalla strada alla scuola", curata dal dr. Antonio Caiafa e il prof. Antonio Ciraci, documentativa delle attività svolte nella prima annualità del progetto. Inoltre ai genitori e ragazzi sarà distribuito ai ragazzi del territorio, genitori e ai docenti il Fumetto "Perso e Trovato" ideato da Angela La Torre e illustrato dall¹artista bolognese Francesco Guerrini, che tratta il tema della prevenzione della dispersione scolastica. Modererà il professore Francesco Palladino, presidente del Distretto Scolastico Statale 29 di Casoria (Na). FONDAZIONE PER IL SUD (con il sostegno)
ASSOCIAZIONE AGENZIA ARCIPELAGO ONLUS (Napoli) REGIONE CAMPANIA - ASSESSORATO ALL'ISTRUZIONE DISTRETTO SCOLASTICO STATALE 29 di Casoria (Na)FONDAZIONE PER IL SUD (con il sostegno)

martedì 15 settembre 2009

Sulle prassi per migliorare il proprio rendimento scolastico


La lotta alla dispersione scolastica è inserita - insieme al tema del rafforzamento degli apprendimenti - nel piano generale del progetto La Strada Maestra dell’associazione Agenzia Arcipelago Onlus, ente non lucrativo di utilità sociale. Per la complessità degli interventi trattati il lavoro svolto, sin d’ora, può rappresentare, per tutti coloro che operano a favore di ragazzi svantaggiati in ambito scolastico (ovvero per docenti e operatori del settore, studenti, formatori, esperti e per coloro si avvicinano allo studio della dispersione scolastica), un’utile strumento per un percorso sperimentale a rete contro la dispersione scolastica.
Un modello innovativo dalla strada alla scuola, di intervento sociale e orientamento per la prevenzione della dispersione scolastica che si attua in alcune città della Provincia di Napoli e Caserta. La proposta operativa è stata promossa dall’Assessorato all’Istruzione della Regione Campania (ente del partenariato) con il contributo della Fondazione per il Sud.
Il progetto, per la sua valenza culturale e sociale, è parte integrante delle attività educative e sociale organizzate nel corso degli anni dal soggetto attuatore (Agenzia Arcipelago Onlus) e dalle scuole aderenti. In particolare è di supporto alle attività di accompagnamento psicosociale, orientamento e accoglienza, supporto alla genitorialità e al mondo del volontariato.
La dispersione scolastica è connessa alle situazioni familiari in quanto contribuisce ad incrementarla, ad esempio se vi sono famiglie svantaggiate dal punto di vista economico. In realtà è un fenomeno che interessa sia le città ricche sia i paesi/quartieri poveri e riassume un insieme di manifestazioni negative all'interno del sistema scolastico: frequenze irregolari, bocciature, frequenti malattie, cambiamenti di sede e, strano a dirsi, casi di analfabetismo o di scarso apprendimento anche quando la scuola viene frequentata regolarmente.
La dispersione scolastica tuttavia non è un fenomeno nuovo e del nostro tempo: ciò che negli ultimi anni è cambiato è la prospettiva con la quale si affronta la questione della dispersione scolastica, luogo nel quale si concretizzano non solo i problemi individuali dei giovani e le disfunzioni del sistema scolastico, ma soprattutto gli squilibri del sistema sociale interno, del territorio, del contesto comunitario.
Per La Strada Maestra combattere la dispersione non significa unicamente assicurare la diffusione dell’istruzione, ma significa sostenere lo sviluppo della società, delle persone (cittadini), del terzo settore e dell’economia, riducendo la disparità e le disuguaglianze tra persona svantaggiate (o al limite), promuovendo i talenti, la passione, la diversità culturale e l’equità. Ciò significa, in sintesi, valorizzare la creatività, la motivazione personale, il capitale umano, il lavoro di rete territoriale, i talenti individuali, come valori aggiunti allo sviluppo di una knowledge society.
Anche per ciò la proposta dell’Associazione capofila Agenzia Arcipelago onlus può rappresentare un esempio di buona pratica da seguire per l’analisi/intervento della dispersione scolastica.
Il progetto La Strada Maestra con i suoi risultati rappresenta un caso specifico di prassi sulla popolazione studentesca e i giovani di alcune città della provincia di Napoli e Caserta.
Nella Provincia di Napoli e Caserta la dispersione scolastica è spesso causa di alcune piaghe sociali molto evidenti e spesso inserite nelle cronache locali: bullismo, violenza negli stadi, microcriminalità, droga.

Dal nostro punto di vista il problema può essere potenzialmente risolto o almeno attutito solo conoscendo le situazioni - tutte diverse tra di loro - che determinano questo fenomeno, così da aiutare i ragazzi della scuola dell'obbligo ad accrescere la stima in se stessi (Azione 1,2,3), a sviluppare le proprie potenzialità (Azione 2,5,6), a migliorare il proprio rendimento scolastico (Azione 2), a prevenire in generale l'abbandono della scuola (Azione 2).
In senso generale il lavoro sulla prevenzione dei fenomeni di dispersione scolastica ha riguardato gli alunni che si ritirano dagli istituti scolastici; non vengono valutati alla fine dell'anno scolastico per assenze dovute a motivi familiari; non vengono valutati per interruzione scolastica in corso d'anno per motivi sconosciuti alla scuola; non vengono valutati perché mai frequentanti, sebbene iscritti agli istituti scolastici.
Nei territori dove agiamo (Napoli, Provincia di Napoli, Provincia di Caserta) queste circostanze coinvolgono numeri altissimi di persone e coinvolgono interi nuclei familiari e non sempre svantaggiati.
In senso più ampio nel nostro caso la dispersione scolastica ha compreso tutti quei fenomeni che comportano: rallentamento del percorso formale di studio; inadempienze dell'obbligo scolastico, uscite in corso o a fine d'anno prima del raggiungimento del titolo di studio interno ai vari cicli. Non solo. Il concetto di dispersione scolastica comprendeva anche bocciature, l'avere effettuato assenze ripetute, frequentare irregolarmente, accedere in ritardo nel ciclo scolastico rispetto all'età normale, avere un basso rendimento e uscire dal percorso scolastico senza che alla frequenza corrisponda una qualità accettabile di istruzione ricevuta.
Tra le finalità del progetto abbiamo quindi rilevare i comportamenti di disagio, cercando di fornire percorsi di assistenza (azione 3 accompagnamento sociale, azione 1 consulenza psicopedagogica), percorsi di orientamento (azione 2) o di avvio al volontariato (azione 5) rispondenti al fabbisogno individuale, per prevenire e combattere il fenomeno della dispersione scolastica.
Questo progetto sperimentale sulla dispersione scolastica si è rilevato molto importante, anche se ha presentato dei punti di debolezza dovuta all’ampiezza del territorio di riferimento ove operare. La dispersione si attesta a livelli alti ed è compito della istituzione pubblica farsi carico della situazione dove si evidenzia anche il disagio sociale e culturale. Il progetto non può farsi carico delle carenze a livello scolastico sia di tipo organizzativo, che gestionale, che didattico-curriculare. Angela La Torre

venerdì 11 settembre 2009

LA STRADA MAESTRA DEL VOLONTARIATO

Parlare di volontariato nel sociale in Italia e, in particolare in Campania, è una impresa non facile, il Territorio è talmente massacrato dalla mala amministrazione che c' è spazio per qualsiasi attività che sostituisca lo stato nelle prestazioni sociali essenziali.
Il volontariato infatti spazia dal servizio sanitario alla cultura, dal sociale all’assistenza e chi più ne ha più ne metta. A tal fine e per formare nuovi operatori nel sociale, pertanto, abbiamo immaginato, di concerto con altri enti no profit, dei corsi sul volontariato (progettazione, interventi, lavoro di rete, ecc.). Alcuni di questi corsi e interventi sono terminati (Associazione Aaquas di Napoli/Scampia) altri sono tuttora in corso (Cooperativa sociale Poein di Afragola, Cooperativa sociale Novella Aurora di Giugliano, Cooperativa sociale Solidary H di Casoria).
Tramite le esercitazioni, le discussioni di gruppo, il racconto e l'analisi delle esperienze concrete di numerose associazioni di volontariato presenti sul territorio della Provincia di Napoli e Caserta si evidenzia la necessità di passare dal volontariato consolatorio a quello dei diritti. Quindi, un volontariato che non si limiti ad intervenire sulle singole situazioni di bisogno o malessere, ma che operi, anche e soprattutto, affinché le istituzioni assumano le iniziative occorrenti per prevenire in tutta la misura del possibile il disagio sociale, per evitare ogni forma di emarginazione e per garantire accettabili condizioni di vita ai soggetti deboli, in particolare a coloro che sono incapaci di autodifendersi: nuclei svantaggiati, minori privi di adeguato sostegno familiare, persone colpite da handicap, adulti affetti da patologie invalidanti.
Non si tratta di corsi e laboratori solo teorici ma pratici che mirano a stimolare un volontariato che agisca con efficacia a favore dei diritti delle fasce più deboli della popolazione. La nostra società è basata sul consumo. Tutti lavorano per guadagnare, cioè per avere i soldi sufficienti per assicurarsi beni e servizi. Dedicare quindi parte del proprio tempo ad un’attività priva di un guadagno immediato, risulta anomalo e originale.
Durante i vari corsi, ancora in atto, ci si è soffermati sul fatto che il volontario è estraneo alla mentalità comune di accumulo e di consumo esasperato. Educa invece al dono di sé e del proprio tempo, in una dinamica che rende più felici e realizzati, magari, di compensi in denaro. Certe volte il volontario deve anche affrontare rischi, vivere condizioni di isolamento dal “sistema”, come quando è impegnato in azioni umanitarie in zone a rischio. Spesso i territori dove è maggiore la disperazione, il disagio, l’esclusione e il bisogno, sono anche quelli dove è più frequente il rischio di sentirsi esclusi dal mondo. Accade infatti, talvolta, che l’azione del volontario non solo non è sostenuta e incoraggiata, ma è avvolta da indifferenza od ostilità da parte delle persone, delle istituzioni, dalla cultura. Angela La Torre, coordinatrice del progetto La Strada Maestra

giovedì 3 settembre 2009

Pensare l'educazione dei giovani.... fuori dai luoghi comuni.

E' importante considerare il mondo dell'educazione dei giovani non come una missione ma come un modo di comprendere il mondo da parte di chi, durante una fase importante di crescita, si avvicina sempre più al vasto universo degli adulti. Volendo affrontare alcune questioni, che da qualche tempo stiamo affrontando insieme a tanti operatori e docenti del progetto La strada maestra, possiamo elencare alcuni punti di cruciale importanza per le prassi adoperate. Si tratta di considerazioni che hanno il valore di mettere in moto interventi mirati e una consapevolezza in tutti coloro, come i nostri collaboratori, mirato all’attuazione di piccole azioni di prevenzione sociale.
I giovani di oggi, a differenza dei giovani di ieri, vivono una sorta di nichilismo epocale (Galimberti U., 2008), dentro di se stessi avvertono la presente di un ospite oscuro (la tristezza, la mancanza di prospettive future “certe”, ecc.) che toglie respiro, speranze: essi cercano un futuro che non appare facilemente neppure lontanamente all’orizzonte della loro attuale vita, vivono un’epoca di transizione dove i precedenti pilastri (“scuola”, “lavoro”, famiglia”) non hanno radici solide. Inoltre fanno sempre esperienze filtrate, mediate, difficilmente fanno esperienze dirette (e neppure amano molto il confronto fisico con gli adulti) di una determinata cosa. Essi, molto più spesso, fanno esperienze mediate da oggi innovativi e complessi:dalla Tv, dal computer, dai cellullari, ecc. Per esempio, se organizziamo una vacanza, prima ancora di andarci i giovani hanno già visto tutto in internet.
Pertanto uno dei punti operativi principali è di far passare costoro dall'esperienza mediata all'esperienza diretta dell'incontro ovvero portarli a vedere, a sperimentare concretamente la vita che accade giorno dopo giorno. Molti adulti non hanno ancora intuito che nei giovani vi è un forte bisogno di incontrare la vita, non solamente di leggerla o ascoltarla .
Per la prima volta nella storia umana viviamo in una società senza confini. Tuttavia però tutto questo ci conduce ad essere pieni di paure e di insicurezza. Il mondo senza limiti si divide in popoli ricchi e poveri. La nostra, malgrado il progresso delle nuove tecnologie, si presenta come una società tuttavia immobile:viene richiesto l’uso di un pensiero in libertà stando comodamente in poltrona, possiamo viaggiare da un cellullare ad un altro rimanendo tuttavia nello stesso spazio. Una comunicazione oltre i confini. Il corpo rimane immobile mentre il pensiero cerca orizzonti, idee ed emozioni.
E di fronte a questa situazione la direzione educativa da intraprendere è quella di allargare lo sguardo sul mondo, di rendere concreto e visibile il pensare, di rendere l’emozioni vive e vere. L'emergenza di oggi sono i ragazzi, facili prede del mercato dei consumi e di un mondo artefatto dalle emozioni: essi sono dentro il mondo ma, allo stesso tempo, vivono una grande solitudine (“sentimento oceanico”).
Oggi ci sono molte più opportunità ma anche molta più forme di solitudini, incapacità ad agire nella vita. I ragazzi sono anche disponibili e interessati a sintonizzarsi sullo sguardo alto ma quando questo non c'è rimane il vuoto, ed è sempre festa.
Sembra, apparentemente, che i giovani non abbiano idee sul loro futuro e facciano finta di pensarci. Se però si riesce a rompere il muro che li circonda allora loro rispondono su aspettative, speranze, sogni. Un progetto sociale che si propone di assistere ed aprirsi ai giovani non può limitarsi all'intrattenimento/formazione/assistenza ma deve offrire occasioni di pensiero concreto . Anche le informazioni oggi sono un problema per i giovani, perchè occorre fornire informazioni utili per lo sviluppo cognitivo e per stimolarti all’agire. Grazie all'avvento dei mass media, la comunicazione è divenuta la caratteristica più distintiva dell'epoca attuale. In pochi decenni siamo passati dalle veglie attorno al focolare alla Tv, dai libri e giornali su carta agli hypertesti via internet, dai teatri all'home video, dai concerti alla radio e ai Cd. I media infatti sono entrati a far parte, nel bene e nel male, della nostra vita quotidiana. Non sorprende quindi che la comunicazione sia divenuta un oggetto di studio sempre più centrale e che attorno ad essa ruotino professioni. Una risposta a tutto ciò va trovata nella perdita del rapporto diretto con le realtà su cui viene espresso il giudizio: l’abbondanza di messaggi trasmessi nel villaggio elettronico globale si accompagna alla povertà e all’astrattezza dei significati. Non è possibile dal progresso rimanere immuni ma la consapevolezza di essere vittime e autori di comunicazione è un traguardo necessario per vivere.
Oggi l'etica del divertimento vive momenti di gloria e non mostra segni di cedimento sul mercato mondiale. Tale etica sta soppiantando l'etica del risparmio e del sacrificio. Anche se incombe lo spettro della povertà. Oggi proporre l'etica del sacrificio non funziona più. Occorre pensare ad altro.
Forse è indispensabile proporre un tempo aperto, come alternativa al tempo pieno, al tempo perso e al tempo vuoto.
Oggi l'esperienza della gratuità è sempre più rara. Occorre allora aiutare i giovani ad uscire da se stessi attraverso esperienze di dono e di gratuità . Occorre pensare al dono e alla gratuità tramite uno sguardo educativo.
Oggi siamo portati a vivere le emozioni come sballo. Occorre quindi abituare i giovani alle emozioni contemplazione. La contemplazione non è una cosa astratta ma è la capacità di godere delle cose belle, che costano fatica. Qui dentro ci sta il teatro, la musica e altre esperienze di questo tipo, per educare ad emozioni che sono nella normalità. Non serve abituarsi ad emozioni di breve durata. L'educazione estetica e la creatività richiedono spazio nella società.
Occorre recuperare la fragilità/tenerezza come dimensione normale della vita. Occorre preparare alla resilienza, abituare a sopportare piccole e grandi frustrazioni. Bisogna abituare i giovani ad abitare le proprie fragilità. Non serve un'educazione della perfezione: la scuola non è un pronto soccorso. Non tutti i giovani oggi sono degli analfabeti emotivi.
I giovani si devono sentir dire che il dolore è fonte di apprendimento. Noi non possiamo proporre l'oasi di felicità come i mass media propongono da tutte le parti e in ogni luogo del pianeta. Qui entra in gioco il concetto di sfortuna che non è una costante ma un incidente: anche se, per i giovani tende a riassume tutto ciò che non è previsto, di negativo, da abolire. La sfortuna colpisce a caso, proprio come la fortuna. La sfortuna va accolta come patrimonio umano.
Occorre creare un luogo dove poter incontrare adulti significativi e non eroi, che sappiano raccontarsi con umiltà. Fondamentale è l'incontro personale dal vivo. Occorrono delle sane biografie viventi, nuove e sane vite vissute con il sudore. Dr. Giuseppe Errico